Non-recensione ad Angelo della morte di Jan Fabre


Nel pomeriggio è andato in scena al Teatro Out Off di Milano il nuovo spettacolo di Jan Fabre: Angel of death (Angelo della morte); per la regia di Lorenzo Loris e l’interpretazione di Elena Callegari e Mario Sala.

Un critico di quelli scafati, per non ammettere di non aver capito nulla di ciò che ha visto, ora scriverebbe una recensione talmente arzigogolata da risultare incomprensibile.


Chi scrive, invece, non essendo minimamente furbo, preferisce ammettere i propri limiti e confessare candidamente di non aver capito niente del testo di Fabre.


A chi scrive, infatti, è sembrato tutto senza senso: un testo composto da una serie di frasi slegate l’una dall’altra che non arrivano a dare allo spettacolo un significato unitario vagamente comprensibile.


Parole in libertà, verrebbe da scrivere, se non fosse che il riferimento colto al Futurismo potrebbe far credere a un’operazione di neo-avanguardia letteraria, tesa, magari, alla provocazione del pubblico in sala.

Se, però, questa era l’inespressa intenzione di Fabre e di chi lo ha portato in scena, essa è miseramente fallita in quanto, al calar delle luci, il pubblico si è prodotto in un applauso di facciata che definire tiepido è troppo.


Nulla si è in grado di dire neppure sulla regia e sull’interpretazione degli attori.

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