Il totalitarismo della Razionalità



Noi di Evgenij Ivanovič Zamjatin è, probabilmente, il capostipite delle distopie che ritraggono i totalitarismi.

Pubblicato in lingua inglese nel 1924 anticipa sia 1984 di Orwell (che uscì nel 1949), sia Il mondo nuovo di Huxley (scritto nel 1932).


Nel romanzo di Zamjatin viene descritta una Società in cui la Razionalità guida la vita umana minuto per minuto: nulla è lasciato al caso, all’irrazionale e/o ai sentimenti, neppure il sesso che - come qualsiasi altra attività umana - è regolato nei minimi dettagli.


Una Razionalità che nega l’individualismo ed esalta l’appartenenza alla comunità: i cittadini vengono istruiti a pensare che nessuno è “uno”, ma “uno dei”.


L’appartenenza alla comunità delle persone civili, progredite e razionali è propedeutica al raggiungimento della Felicità che, invece, resta irraggiungibile se si apre all’irrazionale e ai sentimenti.

Felici perché uguali a tutti gli altri.

Felici perché privi di libertà.

Felici perché parti di un tutto.


Va da sé che in tale contesto non è consentito pensare che si possa raggiungere la felicità anche seguendo altre vie che non siano quelle tracciate dal Benefattore.

Anzi, tutto ciò che devia dal razionale o è un crimine o una malattia: ad esempio, è un crimine non dormire nelle ore notturne; ed è malattia la fantasia.


Qualcuno, però, non la pensa come tutti gli altri e si adopera perché ci possa essere un cambiamento; un mutamento che porti gli uomini e le donne a riappropriarsi del loro lato naturale, istintuale, selvaggio e irrazionale.


Un gruppo di persone che dà vita a una rivoluzione…

Una rivolta destinata a fallire, perché non c’è luce di vera speranza nel romanzo di Zamjatin…


Un libro di cui si consiglia vivamente la lettura.


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