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Visualizzazione dei post da luglio, 2024

L'indagine del giovane cronista sull'omicidio Pasolini

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Il giallo Pasolini di Massimo Lugli edito da Newton Compton nel 2019 è un romanzo con protagonista un giovane cronista praticante di “Paese Sera” che decide di indagare autonomamente sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini . Marco Corvino - il cronista di nera al centro della storia - colpito dal barbaro assassinio del suo scrittore preferito e certo che i fatti si siano svolti diversamente da quanto accertato dagli inquirenti, intraprende un’indagine non autorizzata dal suo giornale, sicuro di poter svelare la verità sull’omicidio di Ostia. Corvino è, infatti, convinto che Pino Pelosi non possa essere l’unico assassino di Pasolini e, soprattutto, sospetta che il movente del delitto vada ricercato fuori dall’ambiente dei marchettari romani. La sua indagine solitaria inizia proprio dall’ambiente della prostituzione maschile della capitale e, pian piano, si allarga, fino a cozzare contro un gruppo di persone che non gradiscono affatto le sue domande sull’omicidio di Pasolini. Durante la

I Borgia licenziosi di Jodorowsky e Manara

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Diviso in quattro tomi, I Borgia di Alejandro Jodorowsky e Milo Manara sono una lettura piacevole per quanto la trama, in molti punti, si allontani notevolmente dalla realtà storica. Licenze "poetiche", le loro, che si perdonano facilmente, non solo perché con tali “deviazioni” storiche i due autori riescono, paradossalmente, a restare “fedeli” all’essenza del “progetto” borgiano così come tracciato da Alessandro VI e da Cesare; ma anche perché con esse, in qualche modo, la vicenda complessiva della famiglia Borgia si “snellisce”, diventando più compatta e, in qualche modo, più gradevole per il lettore medio, presumibilmente più interessato ai risvolti licenziosi della vicenda che alla verità storica dei fatti. E di risvolti hot nei quattro albi di Jodorowsky e Manara ce ne sono parecchi e coinvolgono non solo gli appartenenti alla famiglia Borgia, ma anche altri personaggi storici che, a vario titolo, entrano in contatto con loro. Ecco, allora, Leonardo Da Vinci cedere

Il totalitarismo della Razionalità

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Noi di Evgenij Ivanovič Zamjatin è, probabilmente, il capostipite delle distopie che ritraggono i totalitarismi. Pubblicato in lingua inglese nel 1924 anticipa sia 1984 di Orwell (che uscì nel 1949), sia Il mondo nuovo di Huxley (scritto nel 1932). Nel romanzo di Zamjatin viene descritta una Società in cui la Razionalità guida la vita umana minuto per minuto: nulla è lasciato al caso, all’irrazionale e/o ai sentimenti, neppure il sesso che - come qualsiasi altra attività umana - è regolato nei minimi dettagli. Una Razionalità che nega l’individualismo ed esalta l’appartenenza alla comunità: i cittadini vengono istruiti a pensare che nessuno è “uno”, ma “uno dei”. L’appartenenza alla comunità delle persone civili, progredite e razionali è propedeutica al raggiungimento della Felicità che, invece, resta irraggiungibile se si apre all’irrazionale e ai sentimenti. Felici perché uguali a tutti gli altri. Felici perché privi di libertà. Felici perché parti di un tutto. Va da sé che in