Schiavi e felici


Scritto agli inizi degli Anni Trenta del Novecento, Il mondo nuovo di Aldous Huxley, edito in Italia da Mondadori, è un romanzo distopico ancora in grado di parlare ai contemporanei.

E, per tale motivo, il mondo in esso descritto, mette i brividi.


La vicenda si svolge in un futuro in cui i principi della produzione di massa vengono applicati alla biologia al fine di produrre milioni di gemelli identici, pre-destinati a svolgere lavori di ogni sorta.

Lavori che, fondamentalmente, li rendono schiavi (anche quando sono di “alto livello”), ma felici, in quanto, sia debitamente condizionati, fin dalla nascita, dalla propaganda; e sia drogati giornalmente, al fine di evitare che prendano coscienza della realtà.


I gemelli, per essere adeguati al lavoro che svolgeranno, sono geneticamente modificati, in modo da creare differenti caste che vanno dagli Alfa Plus, per i lavori di concetto, agli Epsilon, prodotti per essere impiegati in quei lavori che si ritengono adatti solo a dei sub-umani.

Ognuno è condizionato, grazie all’ipnopedia, ad amare il lavoro che svolge e a sentirsi felice di appartenere a una determinata casta.


Una felicità artificialmente indotta, quindi, atta a evitare sovvertimenti dell’ordine costituito.

Tutto deve funzionare a dovere per mantenere in vita il Sistema: ossia “la civiltà” nata dagli insegnamenti di Ford; il mondo nuovo del titolo, insomma.


Ma non sempre il condizionamento sociale funziona correttamente: vi sono anche coloro che si percepiscono come individui, e ciò mette in pericolo la comunità.


Ed esistono anche umani che non sono stati né geneticamente prodotti (ma nati), né condizionati.

In altre parole, dei selvaggi.


E nel romanzo si seguono le sorti di due Alfa Plus che si percepiscono come individui e di un Selvaggio.

Essi lottano per essere liberi. 

Eventualmente anche infelici, ma se stessi e pienamente coscienti della realtà.

Una lotta contro il Sistema che non si preannuncia per nulla semplice, ma che vale la pena di seguire da vicino...

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