L'assenza di privacy è tirannia e il dissenso malattia | 1984 di Orwell
1984 di George Orwell è un capolavoro assoluto incredibilmente profetico e di sconcertante attualità.
Ciò che lo rende profetico e attuale al medesimo tempo è l’aver capito che in una società di tipo totalitario ciò che consolida il Potere è il controllo del pensiero dei singoli individui.
In un totalitarismo di tal fatta, i reati più gravi sono «psicoreati», ossia ragionamenti o azioni in grado di rendere un individuo consapevole della propria libertà di pensiero.
Libertà di pensiero che può condurre all’eterodossia e, quindi, alla messa in discussione del Potere stesso.
Per evitare che gli individui possano arrivare a pensare in modo autonomo e libero, il Grande Fratello a capo del Partito unico tiene costantemente sotto controllo i governati, annullando completamente la loro privacy e la loro capacità di ricordare il passato.
Nessuno può restare solo: anche quando si è a casa propria, si è sotto l’occhio vigile del Grande Fratello che controlla la popolazione per mezzo dei teleschermi che, oltre a ricevere immagini, possono anche trasmetterle.
Nessuno può essere sicuro della veridicità dei propri ricordi, in quanto il passato viene costantemente riscritto dal Partito, in modo da non lasciar traccia di qualche errore di previsione del Grande Fratello (infallibile per definizione) o dell’esistenza stessa del dissenso all’interno del Partito.
E non è un caso, allora, il fatto che uno dei mantra del Grande Fratello reciti: «Chi controlla il passato, controlla il futuro. Chi controlla il presente, controlla il passato».
Ovvero: se chi è al potere può riscrivere il passato in modo che il presente risulti sempre il risultato della scelta migliore compiuta nel passato dal Grande Fratello, allora non c’è modo che si generi un dissenso tale da portare a un futuro diverso dal presente.
Nessuna possibilità di cambiamento se chi è al potere può controllare a suo piacere ricordi e privacy di chi è governato.
Infatti, senza la certezza della correttezza dei propri ricordi o la possibilità di potersi astrarre dalla contingenza (i teleschermi non possono essere spenti e “martellano” costantemente il popolo con la propaganda del Partito), diventa impossibile stabilire se quanto di eterodosso si sta pensando sia corretto o anche soltanto “sano”.
Il dissenso, in tale contesto, assume il carattere della malattia mentale.
Lo psicoreato è insania e non stupisce, allora, che le azioni messe in atto dal Potere per contrastare il dissenso, siano definite «cure» dagli esaltati torturatori del Ministero dell’Amore.
Il Grande Fratello può soltanto essere amato.
Mai sconfitto.
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