Dal gioco alla morte


Oscar Wilde e il gioco della morte di Gyles Brandreth è un giallo delizioso per vari motivi.

Secondo (dopo Oscar Wilde e i delitti a lume di candela) dei romanzi che vedono Oscar Wilde nei panni dell’investigatore, racconta di come Wilde si trovi costretto a investigare, con il fiato sul collo, su una serie di decessi. Fretta di scoprire la verità dovuta al fatto che anche il suo nome, e quello di sua moglie, sono inseriti in una lista di possibili vittime di omicidio.

Una lista nata in seguito a un gioco di società indetto proprio da Wilde: ogni partecipante a una cena del circolo di cui Wilde è il presidente, ha dovuto scrivere su un bigliettino chi avrebbe voluto uccidere. 

Nella notte stessa della cena, il gioco diventa realtà e la prima vittima muore in modo orribile.

E le morti misteriose non cessano con la prima, ma proseguono anche nei giorni successivi.


I maggiori indiziati degli omicidi, ovviamente, sono i partecipanti alla cena durante la quale il gioco ha preso vita.

Una cena che, tra gli altri, ha visto tra i commensali, oltre allo stesso Oscar Wilde, personaggi noti (e realmente esistiti) come Arthur Conan Doyle (“padre” di Sherlock Holmes); Bram Stoker (autore di Dracula); il compagno di Wilde lord Alfred Douglas e suo fratello lord Francis Drumlanrig; Robert Sherard (primo biografo di Wilde e voce narrante del romanzo); e il pittore Walter Sickert (per anni sospettato di essere Jack lo Squartatore).

Su di loro e sui loro “segreti” l’investigatore Wilde dovrà indagare in fretta se non vuole essere una delle vittime del misterioso omicida che, tra l’altro, sembra agire senza un movente, se non quello di dare seguito alla lista nata per gioco.


Indubbiamente, oltre alla piacevolezza della scrittura e alla ingegnosità della trama, ciò che rende delizioso il romanzo è proprio il fatto di essere popolato da personaggi realmente esistiti, la cui personalità - a volte complessa - viene restituita al lettore assai bene, assieme a un’accurata ricostruzione storica degli ambienti e degli usi della Londra vittoriana.


Se ne consiglia la lettura.


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