Documentare l'ignoto | Dracula
Dracula di Bram Stoker è, francamente, un romanzo prolisso: si ha quasi l’impressione che l’autore fosse vittima della stessa grafomania di cui erano preda i suoi personaggi che annotano e documentano ogni minimo dettaglio delle loro vite.
Ed è grazie ai loro scritti che il lettore può seguire il corso degli eventi.
Infatti, non c’è un narratore, ma la storia prosegue lasciando che il lettore ne venga a conoscenza leggendo tra le carte dei personaggi.
Ognuno di tali reporter ha un suo stile, ma tutti si avvalgono di una lingua quanto più possibile vicina al parlato, per dare la sensazione al lettore che ciò che hanno documentato è fedele cronaca di quanto avvenuto.
Ma, ferma restando la grafomania irrefrenabile di cui si è detto, la smania documentaristica dei personaggi è, però, in parte, giustificata dall’eccezionalità degli eventi: essi, infatti, sono protagonisti/testimoni della manifestazione dell’ignoto, dell’impossibile, ossia dell’esistenza dei non-Morti capitanati dal conte Dracula.
L’interesse odierno del romanzo scritto da Stoker nel 1897 e la cui storia è ampiamente conosciuta e ripresa in innumerevoli trasposizioni cinematografiche sta anche - e, forse, soprattutto - in tale smania documentaristica dei personaggi.
Una pratica che - a parte l’eccezionalità di ciò che raccontano - li rende, paradossalmente, molto vicini a quelle persone che oggi, specie sui social network, documentano ogni istante delle loro esistenze.
Tutti i personaggi riportano la cronaca dei fatti tranne il conte Dracula che, anzi, tenta di distruggere quanto riportato su di lui dagli altri protagonisti.
Egli vorrebbe, infatti, sia privarli dei documenti che testimoniano la sua effettiva esistenza, sia renderli meno pericolosi per lui, privandoli delle conoscenze acquisite.
Sì perché tutti i personaggi del romanzo (Dracula compreso) sono convinti che è grazie alle conoscenze che si può superare le crisi e vincere il Male.
Il sapere è tutto e non è un caso che a capo del gruppo di persone che decide di combattere contro Dracula ci sia l’anziano ed erudito Abraham van Helsing.
Uno scienziato e professore che sprona i suoi alleati ad aprire la mente all’ignoto, al soprannaturale, abbandonando i pregiudizi dello scientismo: contro il Male si usano non solo le conoscenze che la scienza è in grado di produrre, ma anche le armi-non-convenzionali della fede e della superstizione, quali gli spicchi d’aglio, le ostie consacrate, i paletti di frassino…
Un romanzo, Dracula, che vale la pena leggere proprio per tale fiducia dimostrata da van Helsing nella commistione di scienza e credenze soprannaturali: ciò che in un dato momento storico viene etichettato come superstizione, in altri è stato una conoscenza scientifica e nulla vieta che possa tornare ad esserlo.
L’importante è sapere come documentare l’ignoto.
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