Chi sei tu? | Il Ruy Blas de Il Mulino di Amleto

Barbara Mazzi e Yuri D'Agostino

Il Teatro Fontana di Milano ha ospitato in questi giorni la compagnia torinese Il Mulino di Amleto che ha portato in scena il Ruy Blas di Victor Hugo per la regia di Marco Lorenzi.
Uno spettacolo molto bello, recitato assai bene e con una regia intelligente e moderna.
Un gruppo di sei attori assai affiatato ha dato vita al Ruy Blas prendendosi delle licenze, ma rispettando in modo totale quella che ĆØ l’essenza del dramma di Hugo: un’indagine sull'identitĆ .

Licenze che hanno fatto diventare lo spettacolo un lungo flash back esplicativo della scena finale; che hanno ridotto sensibilmente il numero dei personaggi; che hanno contratto il dramma riassumendo alcune scene e facendole narrare dagli attori stessi…

Licenze che hanno reso il Ruy Blas un’opera contemporanea al punto che, quando si parla della crisi economica e morale della Spagna del Seicento, si ha l’impressione che, in realtĆ , ci si stia riferendo all'Italia di oggi.

Yuri D'Agostino e Angelo Maria Tronca

In altre parole, l’operazione teatrale messa in atto dal regista e dai suoi attori ha reso un grande servigio all'autore: un classico parla ai contemporanei se il linguaggio con cui arriva loro ĆØ da loro pienamente comprensibile.
E il linguaggio scenico di Marco Lorenzi e dei suoi attori ĆØ assolutamente  comprensibile: immediato, contemporaneo, ma non privo di poesia e forza visiva (si veda, a titolo d’esempio, il momento in cui Ruy Blas, completamente nudo, impara a essere un altro e maneggia la spada mettendola nella bocca del suo padrone che si fida talmente del proprio servitore da imporgli il gesto).

Spettacolo, quello di Marco Lorenzi, che fa riflettere, ma, al contempo, diverte lo spettatore che, piĆ¹ di una volta, viene invitato a prendere direttamente parte all'azione scenica. 
E, considerato che gli spettatori (massimo 60 per sera) siedono sul palcoscenico stando a stretto contatto con gli attori, l’invito a partecipare all'azione viene percepito come spontaneo e, addirittura, necessario.
E, con l’entrata degli spettatori nel rettangolo dell’azione scenica, tra la Spagna raccontata da Hugo e l’Italia di oggi si crea un legame in piĆ¹…

Se del regista si ĆØ fatto il nome, ora vanno nominati gli attori, tutti bravi (anzi bravissimi), tutti in parte (alcuni di loro impegnati anche in piĆ¹ di un ruolo, ma si ricorderĆ  solo quello principale): Yuri D’Agostino (Ruy Blas); Francesco Gargiulo (Don Cesare); Barbara Mazzi (la Regina); Anna Montalenti (la duchessa); Alba Maria Porto (Casilda) e Angelo Maria Tronca (Don Sallustio).

Spettacolo da non mancare.

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