Un romanzo scritto benissimo
L’Autore procede per frasi brevi o brevissime e narra la storia di un Mondo dominato da un Ductor che impone il proprio volere con la violenza e il terrore. Un Ductor che è riuscito - grazie a procedimenti tecnici non svelati al popolo - a oscurare il Sole, rendendo il Mondo più buio e freddo, ma anche silenzioso, in quanto i cittadini hanno paura di parlare.
Ognuno pensa al proprio massacrante lavoro e a come arrivare a sera senza incorrere in sanzioni e punizioni. Ognuno pensa a proteggere se stesso e i propri cari dall’oscura e feroce violenza dei soldati dell’Ordine.
A ribellarsi non pensano che in pochi, sparuti individui.
Fino al giorno dell’inimagginabile. Il giorno in cui riappare il Sole. Il giorno della liberazione a opera di un nemico-liberatore di cui si ignorava perfino l’esistenza.
Ed è proprio il giorno della liberazione-invasione che viene narrato nei capitoli che compongono il romanzo.
Ogni capitolo è affidato a una voce narrante differente (una madre; un ragazzo omosessuale; una bambina; un soldato; un bambino; un gerarca...) che racconta in prima persona la propria misera vita; i dolori del corpo e dell’anima; le paure e la rivelazione della luce.
La luce del Sole.
Storie, le loro, che non sempre finiscono bene e lo rivela l’ultimo capitolo la cui voce narrante non appartiene a un personaggio identificabile (ovvero è quella di un narratore “esterno” alla storia) e si fa carico non solo di riannodare i fili della trama (seppure in forma dubitativa), ma anche di distendere le frasi: infatti la scrittura si fa meno frammentaria, più fluida e, così facendo, si stempera il senso di precarietà, di ansia che le frasi brevi dei precedenti capitoli erano riuscite a trasmettere al lettore.
Sotto un sole nero è un bel romanzo (breve), scritto benissimo da un vero scrittore: Ivano Mingotti.
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