La rete delle convenzioni
È stato presentato ieri sera in prima nazionale al pubblico del Festival Danza Estate Il lago dei cigni di Laura Corradi.
Si tratta di uno degli spettacoli più belli degli ultimi anni nel quale si racconta l’ipotetico seguito del noto balletto musicato da Pëtr Il'ič Čajkovskij.
Nel testo della Corradi, musicato da Fabio Basile, l’azione si svolge durante la festa di nozze tra il Principe Siegfried e Odette.
Qualcosa, però, turba il Principe e il suo disagio si esprime attraverso una gestualità a scatti e una difficoltà a mantenere la posizione eretta.
Il Principe non è solo nel suo disagio: anche altri invitati, infatti, lasciano le stanze del palazzo dove si sta svolgendo la festa (che il pubblico non vede, ma sente) e si uniscono a lui.
Assieme tentano di capire l’origine del disagio e il modo di superarlo.
Ciò che impedisce al gruppo essere felice è l’impossibilità di volare: rotto l’incantesimo e lasciate le sembianze di cigno, il gruppo rimpiange il piumaggio che gli consentiva di librarsi nell’aria.
Se durante l’incantesimo erano ingabbiati in una forma che non era la loro, ora, di nuovo, si sentono ingabbiati, per l’impossibilità di spiccare il volo.
Il lago, quindi, li trattiene ancora e la scena (di Alberta Finocchiaro) lo dice esplicitamente: il boccascena, infatti, è delimitato da una rete.
Ma il Principe ha un motivo in più per essere infelice: lui amava Odette quando lei era un cigno bianco dal collo lungo. Ora non la ama più...
A tenere fermi al suolo gli ex cigni e il Principe sono anche (e, forse, soprattutto) le convenzioni sociali, i dictat cui devono adattarsi nella loro nuova natura.
Dictat che vengono ripetuti ossessivamente da ognuno di loro.
Dictat a cui bisogna trovare il coraggio di ribellarsi.
E la ribellione avviene.
E la ribellione avviene.
A dare corpo e voce allo spettacolo della Corradi cinque danzatori bravissimi: lo strepitoso ed elegante Davide Valrosso (il Principe), gli ottimi Roberto Orlacchio e Midori Watanabe, e le assai brave Carlotta Plebs ed Emanuela Bonora.
I loro gesti richiamavano quelli eleganti e fluidi dei cigni, ma anche quelli trattenuti e sincopati delle persone che vivono un disagio profondo.
I loro gesti richiamavano quelli eleganti e fluidi dei cigni, ma anche quelli trattenuti e sincopati delle persone che vivono un disagio profondo.
Lunghi e meritati applausi finali.
Spettacolo da non mancare.
Spettacolo da non mancare.
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