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Visualizzazione dei post da febbraio, 2011

Gadda uomo e scrittore

Ieri sera, in un poco affollato Teatro Sociale, Paolo Bessegato ha presentato al pubblico bergamasco il suo Incendio di via Keplero .  Si tratta di uno spettacolo composito: nella prima parte Bessegato, con l’aiuto di due voci fuori scena (la prima maschile e la seconda femminile), racconta il Gadda privato: un uomo schivo e timidissimo che, lasciato il lavoro di ingegnere, si dedicò alla scrittura con lo spirito di un monaco di clausura.  Scriveva e riscriveva indefessamente, anche per anni, prima di dare alle stampe i propri scritti. La ricostruzione del Gadda uomo avviene per mezzo della presentazione al pubblico di tre scritti eterogenei: un’intervista di Alberto Cavallari, un’altra di Dacia Maraini e un ricordo di Goffredo Parise.  Ne esce il ritratto di un uomo umile, intelligente, schivo e pieno di umorismo.  Un milanese trapiantato a Roma dove non si lascia travolgere dalla Dolce Vita, ma fa una vita da travet delle lettere.  Molto il lavoro sulle “sudate cart

La storia prima della storia

Impronte degli dei di Graham Hancock edito da TEA è davvero un libro molto interessante.  In esso, l’Autore tenta di dare una risposta ai molti enigmi che si affollano in quell’era dell’umanità in cui la storia non c’era.  Ossia quell’epoca che viene prima del tempo in cui l’umanità iniziò a produrre dei documenti scritti; ere che noi, oggi, liquidiamo, forse un po’ troppo superficialmente, come preistoria, sottintendendo, in tal modo, che durante quei millenni nulla di davvero rilevante per la civiltà si sia compiuto. Un’era millenaria, la preistoria, descritta dai molti miti presenti in varie parti del mondo.  Miti che, sorprendentemente, raccontano spesso gli stessi eventi, le stesse catastrofi, le stesse informazioni, seppur, a volte, ricorrendo a simbologie, oggi, di non facile interpretazione.  Miti che, forse un po’ troppo sbrigativamente, da molti studiosi, vengono definiti fantasiosi. Nel saggio Hancock ipotizza l’esistenza di una civiltà altamente tecnologizzata esistit

I movimenti sinuosi della Natura

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Ieri sera i Momix guidati da Moses Pendleton hanno presentato Bothanica al Teatro Donizetti di Bergamo. Si tratta di uno spettacolo di danza che prende le mosse dall’osservazione dei movimenti sinuosi della Natura.  Non solo i movimenti di piante e fiori (che sbocciano, si allungano, vengono scossi dal vento), ma anche quelli degli animali (dagli uccelli ai cavalli, passando per animali preistorici riconoscibili e non). Movimenti eleganti ed erotici, ma anche selvaggi e pieni di energia, ma pur sempre sinuosi.  Ecco, allora, che corolle di fiori possono muoversi con passi di flamenco o un gruppo di vespe incattivite danzare a mo’ di tribù africana.  Ma ci sono anche i cavalli selvaggi che si muovono in branco e una leggiadra e gigantesca farfalla. I dieci danzatori della formazione, come d’abitudine per i Momix, si muovono sul palco usando una serie di “attrezzi” che sono quasi un prolungamento del loro corpo.  Non materiali da usare, non costumi da indossare, ma pa

Intervista ad Alessandro Quasimodo

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Ho intervistato l'attore e regista Alessandro Quasimodo . Si è parlato dello spettacolo in preparazione per celebrare il 150° dell'Unità d'Italia; di come si prepara uno spettacolo partendo da testi poetici e del nuovo libro che sta scrivendo.

Frustami e rendimi fertile: è febbraio!

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Forse non tutti sanno che... ... il mese di febbraio , assai probabilmente, prende il suo nome dal februus , ovvero la frusta con cui si purificava. Nello specifico, attraverso le fruste di cuoio di pelle di capro (animale ritenuto assai prolifico), durante i lupercalia si rendevano fertili le persone che venivano percosse da tale frusta. ... i lupercalia erano le feste in onore del dio Luperco, anche identificato con Fauno, e detto, appunto, Fauno Luperco, durante le quali i luperci (un gruppo di sacerdoti di cui poco si sa), partendo dal Lupercale (la grotta nella quale la Lupa avrebbe allattato Romolo e Remo), percorrevano le pendici del monte Palatino con il duplice scopo di tenere a distanza i lupi (percuotendo con la frusta la terra) e rendere fertili i passanti (percuotendoli con la medesima frusta). ... durante i lupercalia pare che i nomi delle vergini e quelli dei giovani "lupi" romani venissero messi in due urne per essere estratti a sorte dai due più gi

Non c’è posto per me tra gente corrotta

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Il Misantropo di Molière per la regia di Massimo Castri è uno spettacolo di un’attualità sconcertante.  Infatti, il misantropo del titolo è tale perché si rifiuta di adeguarsi all’andazzo di una società corrotta, pettegola (oggi si direbbe gossippara), ipocrita e bigotta.  Alceste (il misantropo), infatti, è un uomo che non si adegua e che preferisce l’isolamento, piuttosto che scendere a dei compromessi tutt’altro che onorevoli. Inutile dirgli che così va il mondo: lui segue la sua strada, costi quel che costi.  Una dirittura morale che gli costerà cara: i potenti corrotti, infatti, non perdonano coloro che intralciano il loro cammino.  Alceste, però, nonostante la guerra che gli muove contro la società, resta un uomo specchiato. Lo spettacolo di Castri basa la sua riuscita su due elementi: la bravura degli interpreti e il forte simbolismo della scena di Maurizio Balò . La scena con gli specchi sollevati   Quest’ultima è composta da una sessantina di specchiere che

Vivere nel Grande Fratello (quello vero)

Quando George Orwell (nel 1948) scrisse 1984 per descrivere un regime totalitario si rifece a quanto era successo nel mondo nel primo cinquantennio del Novecento: Fascismo, Nazismo e Comunismo.  Scrisse tenendo viva la memoria ed esasperando alcuni fatti per rendere palese al lettore quali sono le insidie della mancanza di vera democrazia, quali i pericoli per il popolo di una delega in bianco e acritica concessa a pochi, se non a uno: il Grande Fratello e il suo Partito. Oggi il totalitarismo, la mancanza di democrazia, l’inganno e la manipolazione sono tornati di stretta attualità e, in alcuni paesi del mondo, tra cui si teme possa esserci anche l’Italia, si ha la sensazione di vivere al tempo del Grande Fratello.  Un tempo in cui la formazione del consenso si ottiene attraverso la televisione che non fa altro che propaganda, eliminando dal video ogni senso critico, ogni traccia di dissenso.  Se qualcuno osa una critica nei confronti del Potere, allora è un Nemico. Non è un caso,