Matti e moviola
Non so (perché non me ne intendo) se Maria Luisa Agostinelli sia o meno una grande psichiatra.
So per certo (perché un po' me ne intendo) che ella è una grande scrittrice.
Una narratrice capace di poesia, tanto da poter essere tranquillamente definita poetessa.
Una poetessa che - ovviamente - sa usare le parole per comporre immagini e dare loro movimento.
Immagini, le sue, piene di vita.
Una vita che la poetessa lascia scorrere normalmente o che, invece, moviola alla mano, stoppa, riavvolge, fa ripartire o manda avanti veloce per far comprendere ai lettori alcuni lampi di geniale o ilare disperazione che si illuminano sia nei matti che la Agostinelli-psichiatra ha in cura, sia nella stessa dottoressa (spesso dubbiosa o perplessa).
Anche nel suo secondo libro, E.T. Istantanee di normalità nei matti, la Agostinelli parla, dunque, dei "suoi" matti e lo fa con tale poesia da far sì che i "suoi" matti entrino (non privi di simpatia) nel cuore di chi legge.
Parlando dei "suoi" matti, la scrittrice finisce, anche, per gettare qualche luce sul nostro complicato e burocratico sistema sanitario e, inevitabilmente, sono i "sani" a fare... la figura dei matti, date le astruserie con le quali complicano ciò che potrebbe essere semplice.
Per quanto attiene al procedimento espressivo dell'autrice, per non ripetersi, si rimanda a quanto già scritto per il suo primo libro: Non me lo ricordo.
E.T. Istantanee di normalità nei matti si legge tutto d'un fiato ed è lettura che emoziona.
Non so se la Agostinelli sia una grande psichiatra. Sicuramente è una dottoressa di grande umanità.
So per certo (perché un po' me ne intendo) che ella è una grande scrittrice.
Una narratrice capace di poesia, tanto da poter essere tranquillamente definita poetessa.
Una poetessa che - ovviamente - sa usare le parole per comporre immagini e dare loro movimento.
Immagini, le sue, piene di vita.
Una vita che la poetessa lascia scorrere normalmente o che, invece, moviola alla mano, stoppa, riavvolge, fa ripartire o manda avanti veloce per far comprendere ai lettori alcuni lampi di geniale o ilare disperazione che si illuminano sia nei matti che la Agostinelli-psichiatra ha in cura, sia nella stessa dottoressa (spesso dubbiosa o perplessa).
Anche nel suo secondo libro, E.T. Istantanee di normalità nei matti, la Agostinelli parla, dunque, dei "suoi" matti e lo fa con tale poesia da far sì che i "suoi" matti entrino (non privi di simpatia) nel cuore di chi legge.
Parlando dei "suoi" matti, la scrittrice finisce, anche, per gettare qualche luce sul nostro complicato e burocratico sistema sanitario e, inevitabilmente, sono i "sani" a fare... la figura dei matti, date le astruserie con le quali complicano ciò che potrebbe essere semplice.
Per quanto attiene al procedimento espressivo dell'autrice, per non ripetersi, si rimanda a quanto già scritto per il suo primo libro: Non me lo ricordo.
E.T. Istantanee di normalità nei matti si legge tutto d'un fiato ed è lettura che emoziona.
Non so se la Agostinelli sia una grande psichiatra. Sicuramente è una dottoressa di grande umanità.
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