Straniero o turista
Di un paese si può essere straniero o turista.
Lo straniero può essere accolto o sfruttato ed emarginato.
Il turista, in genere, è accolto perché si è certi della sua partenza.
Si può essere stranieri nella propria stessa terra, così come si può arrivare in un Paese da turista e decidere di eleggere tale luogo a Patria.
Nell’Aggancio che Serena Sinigaglia (anche regista dello spettacolo) ha tratto dal romanzo di Nadine Gordimer si parla di tali questioni e anche di altro, con un ritmo veloce, fatto di scene brevi in cui i due personaggi protagonisti si scambiano poche, ma significative, battute o narrano al pubblico i propri sentimenti.
Lo straniero può essere accolto o sfruttato ed emarginato.
Il turista, in genere, è accolto perché si è certi della sua partenza.
Si può essere stranieri nella propria stessa terra, così come si può arrivare in un Paese da turista e decidere di eleggere tale luogo a Patria.
Nell’Aggancio che Serena Sinigaglia (anche regista dello spettacolo) ha tratto dal romanzo di Nadine Gordimer si parla di tali questioni e anche di altro, con un ritmo veloce, fatto di scene brevi in cui i due personaggi protagonisti si scambiano poche, ma significative, battute o narrano al pubblico i propri sentimenti.
I due personaggi sono un povero uomo del Sud del Mondo che emigra per trovare fortuna e una ricca donna europea che cerca un modo diverso di vivere.
Si incontrano e tra loro sboccia l’amore.
Ma per lui non c’è spazio nella grande Europa e, quindi, ricevuto il decreto di espulsione (o meglio, di “rilocalizzazione”) i due devono scegliere se continuare la loro unione o dividersi.
Devono scegliere se vivere il presente o pensare al futuro.
Devono scegliere, ma, come detto nello spettacolo, al mondo ci sono due tipi di persone: quelle che possono e quelle che non possono scegliere...
A interpretare i due personaggi la brava Mariangela Granelli e l’ottimo Fausto Russo Alesi.
Entrambi hanno donato ai personaggi un’intera gamma di emozioni e sentimenti che hanno espresso con la mimica, la voce, ma soprattutto con il corpo.
I loro amplessi o le loro divisioni parlavano aldilà di quanto effettivamente detto.
Funzionalmente povere (e belle) le scene di Maria Spazzi: una serie di bidoni e di libri che creano ambienti, con l’aggiunta di sabbia per evocare un intero continente.
Lunghi e meritati applausi alla fine.
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