Uniti e separati


Nel 1941, nella Danimarca occupata dai tedeschi, due illustri scienziati, due geni assoluti della fisica teorica, uno mezzo ebreo e l'altro tedesco, si rincontrarono dopo una separazione durata anni. 
I due, anni prima e per tre anni, erano stati l'uno professore e l'altro assistente in quella fucina di idee che era Copenaghen pre-conflitto bellico. 
Il professore era Niels Bohr e l'allievo Werner Heisenberg, entrambi insigniti del Premio Nobel per la Fisica (nel 1922 Bohr e dieci anni dopo Heisenberg).
Fu, quello del 1941, un incontro comprensibilmente spiato dai servizi segreti, ma, nonostante ciĆ², nulla si sa per certo di quanto i due amici si dissero e cosa, realmente, spinse l'uno (Heisenberg) a percorrere mezza Europa per incontrare l'altro.
Di certo si sa che entrambi giocarono un ruolo determinante nello studio dell'atomo e della meccanica quantistica (di cui possono essere definiti i padri), nonchƩ nella possibilitƠ di usare concretamente la fissione nucleare (anche per scopi bellici).

In Copenaghen Michael Frayn ipotizza quanto i due scienziati possono essersi detti durante quell'incontro e il perchĆ© quel medesimo incontro determinĆ² la fine della loro celebre amicizia. 
Frayn immagina che i due ex-amici si incontrino di nuovo nell'aldilĆ  per indagare in profonditĆ , alla presenza della moglie di Bohr, le rispettive ragioni.
Heisenberg sostenendo la tesi che operĆ² sottobanco per rallentare il programma nazista per la costruzione della bomba atomica e Bohr interrogandolo serratamente. 
Il testo, perĆ², non dĆ  una risposta univoca: gli stessi protagonisti sembrano, infatti, non sapere esattamente cosa sia davvero avvenuto in quel 1941: in fondo, probabilmente, non erano poi stati cosƬ uniti come pensavano di essere. 
Forse, erano stati separati anche durante il triennio nel quale collaboravano gomito a gomito...

A indossare i panni dei due scienziati i bravissimi Umberto Orsini (Bohr) e Massimo Popolizio (Heisenberg). 
Con loro una altrettanto brava Giuliana Lojodice (Margrethe Bohr). 
I tre hanno dato vita a uno spettacolo serrato (firmato da Mauro Avogadro), nel quale la parola ĆØ stata protagonista assoluta; parola porta al pubblico con bravura impressionante dai tre attori.
Palpabile la tensione e meritati i caldi e prolungati applausi tributati ai protagonisti dal pubblico del Teatro Donizetti al calar del sipario.

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