Ciao sono Godot. Ho trovato questa intervista molto interessante... visto che recentemente mi è stato consigliato dal "mio editore" di partecipare a qualche premio. Sinceramente, io, non mi sono fidata troppo, non avendo questa gran fiducia nei "piccoli" premi letterari. Ad ogni modo Rina Gambini mi sembra dia degli ottimi parametri a cui attenersi per scegliere oculatamente... e per questo ti ringrazio!
Hermann Hesse Sono tanti gli scrittori che, anche in passato, si sono fatti fotografare completamente nudi . Ciò potrebbe sorprendere, specie se si pensa che molti degli scrittori di cui si parla erano assai famosi quando decisero di mettersi in posa senza veli. Ovvero, le loro fotografie nature non erano mosse pubblicitarie atte a renderli celebri (magari con uno scandaletto montato ad arte), ma erano scatti a persone celebri che accettavano (o chiedevano) di essere immortalate nude. Gabriele D'Annunzio Non è, ovviamente, possibile indagare le motivazioni che portarono ognuno di tali scrittori a scegliere di posare nudo. Vale la pena, però, riflettere che, probabilmente, nessun altro artista come uno scrittore (e con il termine si intende indicare anche il poeta) è abituato a mostrare se stesso al proprio pubblico di lettori . Abituato, se grande scrittore, a mettere a nudo la propria anima . Abituato, se sincero, a dare corpo alle emozioni . ...
Si è aperta ieri a Bergamo la stagione lirica con la Linda di Chamounix di Gaetano Donizetti su libretto di Gaetano Rossi . Va detto subito che l’opera non è un capolavoro e soffre dei molti salti logici e delle inverosimiglianze presenti nella trama che la allontanano dal gusto degli spettatori moderni. Per portare un esempio, l’incontro a Parigi tra Linda e suo padre non regge agli occhi di un contemporaneo che, inevitabilmente, finisce per chiedersi come mai un padre non riconosca sua figlia a soli tre mesi dall’ultima volta che l’ha vista. Ciò detto va aggiunto, a scanso d’equivoci, che l’edizione firmata dal Maestro Vito Clemente e interpretata benissimo da Majella Cullagh nel ruolo principale ha convinto il pubblico che – al calar del sipario (all’una del mattino) – si è prodigato (giustamente) in lunghi e calorosi applausi. Lo spettacolo firmato dal regista Roberto Recchia si affida alla figura retorica della sineddoche (nella quale la parte simboleggia ...
Nel pomeriggio è andato in scena al Teatro Out Off di Milano il nuovo spettacolo di Jan Fabre : Angel of death (Angelo della morte) ; per la regia di Lorenzo Loris e l’interpretazione di Elena Callegari e Mario Sala . Un critico di quelli scafati, per non ammettere di non aver capito nulla di ciò che ha visto, ora scriverebbe una recensione talmente arzigogolata da risultare incomprensibile. Chi scrive, invece, non essendo minimamente furbo, preferisce ammettere i propri limiti e confessare candidamente di non aver capito niente del testo di Fabre. A chi scrive, infatti, è sembrato tutto senza senso: un testo composto da una serie di frasi slegate l’una dall’altra che non arrivano a dare allo spettacolo un significato unitario vagamente comprensibile. Parole in libertà , verrebbe da scrivere, se non fosse che il riferimento colto al Futurismo potrebbe far credere a un’operazione di neo-avanguardia letteraria, tesa, magari, alla provocazione del pubblico in sala. Se, però, questa...
Ciao sono Godot. Ho trovato questa intervista molto interessante... visto che recentemente mi è stato consigliato dal "mio editore" di partecipare a qualche premio. Sinceramente, io, non mi sono fidata troppo, non avendo questa gran fiducia nei "piccoli" premi letterari. Ad ogni modo Rina Gambini mi sembra dia degli ottimi parametri a cui attenersi per scegliere oculatamente... e per questo ti ringrazio!
RispondiEliminaGrazie soprattutto a Rina Gambini! :-)
RispondiEliminaCiao e grazie
Danilo