Il privato del Maestro
Nel decennale della morte di Giorgio Strehler (14 agosto 1921 - 25 dicembre 1997) il Comune di Trieste (città natale del Maestro) dedica al grande regista la mostra Strehler privato visitabile, con ingresso gratuito, fino al 2 marzo 2008 nella Sala Leonardo di Palazzo Gopcevich (sede del Civico Museo Teatrale "Carlo Schmidl" nel quale è custodito il lascito delle eredi).
La mostra, a cura di Roberto Canziani, ricostruisce il mondo privato del co-fondatore (assieme a Paolo Grassi) del Piccolo Teatro della Città di Milano.
Diviso per "stanze", il percorso espositivo ripercorre quello che potrebbe definirsi il processo creativo del regista: dalla lettura del copione alla sua realizzazione scenica.
Ecco, quindi, la biblioteca con i testi del mestiere, ma anche con i libri dedicati allo svago (oltre ai volumi di fantascienza, fa bella mostra di sé anche un album della rivista "Playmen").
Ecco la scrivania con la posta da evadere, le diapo da visionare, i copioni da leggere e le audiocassette da ascoltare...
E poi i figurini e le fotografie documentarie...
Intima e suggestiva la sala dedicata al bambino Giorgio (con le letterine alla "mama" e i giochi) e all'uomo di teatro Strehler (con la valigia sempre pronta e il passaporto a portata di mano); ma, in qualche modo, sono "private" anche le sale dedicate all'epistolario (lettere ricevute e inviate da/a colleghi e amici: si scorgono, tra le altre, missive di e per Fellini, Visconti, Moravia, Gaber...) e al rapporto del Maestro con la musica (e vi si trovano, tra l'altro, il violino della madre, i dischi di Brecht, e uno spartito del Maestro Riccardo Muti con dedica autografa «A Giorgio, al più grande! Con affetto e ammirazione»).
Chiude il percorso un angolo video dove è possibile assistere alla proiezione di spettacoli firmati dal grande regista: il processo che ha portato alla creazione si è concluso con l'alzarsi del sipario...
Una mostra delicata e suggestiva (corredata da un buon catalogo) che vale una visita a Trieste.
La mostra, a cura di Roberto Canziani, ricostruisce il mondo privato del co-fondatore (assieme a Paolo Grassi) del Piccolo Teatro della Città di Milano.
Diviso per "stanze", il percorso espositivo ripercorre quello che potrebbe definirsi il processo creativo del regista: dalla lettura del copione alla sua realizzazione scenica.
Ecco, quindi, la biblioteca con i testi del mestiere, ma anche con i libri dedicati allo svago (oltre ai volumi di fantascienza, fa bella mostra di sé anche un album della rivista "Playmen").
Ecco la scrivania con la posta da evadere, le diapo da visionare, i copioni da leggere e le audiocassette da ascoltare...
E poi i figurini e le fotografie documentarie...
Intima e suggestiva la sala dedicata al bambino Giorgio (con le letterine alla "mama" e i giochi) e all'uomo di teatro Strehler (con la valigia sempre pronta e il passaporto a portata di mano); ma, in qualche modo, sono "private" anche le sale dedicate all'epistolario (lettere ricevute e inviate da/a colleghi e amici: si scorgono, tra le altre, missive di e per Fellini, Visconti, Moravia, Gaber...) e al rapporto del Maestro con la musica (e vi si trovano, tra l'altro, il violino della madre, i dischi di Brecht, e uno spartito del Maestro Riccardo Muti con dedica autografa «A Giorgio, al più grande! Con affetto e ammirazione»).
Chiude il percorso un angolo video dove è possibile assistere alla proiezione di spettacoli firmati dal grande regista: il processo che ha portato alla creazione si è concluso con l'alzarsi del sipario...
Una mostra delicata e suggestiva (corredata da un buon catalogo) che vale una visita a Trieste.
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