Il teatro di guerra
Soli. Uniti. Divisi. Tutti contro uno.
Simona Bucci ha presentato al pubblico bergamasco del Festival DanzaEstate 2006 il suo I rimasti.
Simona Bucci ha presentato al pubblico bergamasco del Festival DanzaEstate 2006 il suo I rimasti.
Si tratta di uno spettacolo che definire di danza moderna pare alquanto riduttivo: si tratta, infatti, di vero e proprio teatro, seppure non parlato, quanto agito.
Gli attori-danzatori, tutti egualmente molto espressivi, comunicano con il pubblico attraverso il linguaggio del corpo e del volto, non tralasciando di usare gli arredi scenici per condurre a termine il loro racconto.
Il loro discorso è chiaro e inequivocabile, lampante.
Il loro discorso è chiaro e inequivocabile, lampante.
Il gruppo di derelitti che il pubblico vede seduto su delle panche di un anonimo androne dà vita ai propri incubi e alle proprie manie (fatte di gesti ossessivamente ripetuti) che sfociano nella tragedia.
Tale gruppo, all’inizio, è composto da individui “rimasti” soli.
In seguito, tali persone, si uniscono e costituiscono un gruppo.
Un gruppo unito per far fronte a un attacco esterno, una vera e propria azione di guerra.
Terminato l’attacco, il gruppo si scioglie.
Ma subentra la noia e l’aggressività che si sfogherà contro uno di loro, fino alla tragedia finale.
Gli attori-danzatori sono stati tutti assai bravi e – al termine dell’azione scenica – hanno ricevuto il tributo del pubblico che gremiva la ex chiesa di S. Agostino.
Doveroso nominarli tutti: Luca Campanella, Roberto Lori, Carlomauro Maggiore, Paolo Mereu e Milo Scarcella.
Spettacolo non facile, ma da vedere.
Spettacolo non facile, ma da vedere.
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