Mauri e Sturno in Delitto e Castigo
Glauco Mauri e Roberto Sturno si sono impegnati nel difficile compito di tradurre per il teatro il celebre romanzo di Fëdor Dostoevskij Delitto e castigo.
Una sfida che i due attori hanno vinto, anzi, stravinto.
La riduzione è ottima: il racconto coinvolge ancora il pubblico e lo inchioda alle poltrone.
Ma quel che, indubbiamente, affascina lo spettatore, ciò che lo convince che la storia è degna di essere vista è l’interpretazione dei due grandi attori: Roberto Sturno, nella parte di Raskolnikov, dà una delle migliori prove di sé e Glauco Mauri… beh, Glauco Mauri ricama.
La sua caratterizzazione del giudice istruttore Petrovic è insuperabile e piena di piccoli dettagli che si sommano l’uno all’altro e vanno a creare una figura d’uomo che, sicuramente, resterà a lungo impressa nella memoria di molti spettatori.
A tratti, maniacale; accanito fumatore; fintamente ingenuo, il giudice di Mauri è un misto (ma non un calco) dell’Hercule Poirot di Peter Ustinov e del tenente Colombo di Peter Falk.
Al fianco di Mauri e Sturno, spicca la brava Silvia Ajelli nel ruolo non facile della giovane prostituta Sonja.
Bella, molto bella, la scena-labirinto di Alessandro Camera (che incombe dall’alto) e buone le musiche di Arturo Annecchino.
Al calar della tela, il pubblico del Teatro Donizetti di Bergamo ha salutato gli attori con lunghi e calorosi applausi.
Spettacolo da non perdere.
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