L'incontro

L’incontro di Vincenzo Cerami inizia con un capitolo-antefatto: in una caserma dei carabinieri un professore universitario racconta al capitano gli ultimi avvenimenti noti riguardanti il luminare Sandro Bulmisti, scomparso improvvisamente dopo aver fatto una sfuriata ai suoi allievi (intesi come altri professori). 
Un evento del tutto inconsueto: il professor Bullisti, infatti, era conosciuto per essere un uomo bonario, pronto a ricevere le confidenze di coloro che lo frequentavano, lavorandoci accanto; pronto sempre a sdrammatizzare con una battuta. Eppure, l’ultima sera in cui il professore era apparso in pubblico (ed era a una festa in suo onore), la rabbia era diventata incontrollabile e il professore aveva dato di matto, accusando, tra l’altro, i suoi allievi, di non conoscerlo affatto. Poi era scomparso misteriosamente. 
A questo punto il lettore si aspetterebbe che i carabinieri conducessero le indagini per capire che fine abbia fatto Sandro Bulmisti e, invece, dal secondo capitolo in poi, il romanzo prosegue facendo diventare protagonisti due ragazzi: Ludovico (amante dei giochi di enigmistica) e Mara, sua ex fidanzata con la quale fa ancora l’amore. I due si ritrovano a dare la caccia al professore senza neppure saperlo: Bulmisti, infatti, prima di sparire, aveva pubblicato sulla sua rivista un indovinello dal titolo “Chi cerca trova” che Ludovico – attratto dalle sfide – tenta di risolvere. 
Il ragazzo si rende presto conto che per sciogliere l’arcano non gli basterà usare carta e penna (consueti strumenti dell’enigmista), ma dovrà fisicamente recarsi in alcuni luoghi per trovare altri indizi. Ecco che la caccia al tesoro si farà sempre più complicata, in quanto, per essere risolto, l’indovinello richiede conoscenze storico-politico-letterarie non note a Ludovico. Ma il ragazzo è tenace e non si tira indietro neppure quando la ricompensa si rivela essere un’altra sfida… 
Il romanzo di Cerami ha il pregio di essere una lettura scorrevole e distensiva, un piacevole passatempo che può coinvolgere non solo i lettori consueti, ma anche gli appassionati di giochi enigmistici che – se lo desiderano – possono tentare di gareggiare con il sagace Ludovico e risolvere alcuni degli indovinelli proposti dal professore prima che lo faccia il protagonista del libro. 
Il romanzo, però, può essere anche letto da un altro punto di vista: in esso, in definitiva, si narra della perdita di identità e di memoria di un’intera società: quella italiana di oggi. Un società che non educa i propri giovani a guardare storicamente e criticamente anche alla storia recente, quella degli anni che partono dal secondo dopoguerra e arrivano agli Anni di piombo. Ludovico è, infatti, un ragazzo tanto tenace, quanto culturalmente digiuno. Una società, infine, che non è più capace di istaurare veri rapporti di amicizia e solidarietà: gli amici-colleghi di Bulmisti, infatti, nulla sanno del loro professore scomparso e neppure si danno davvero la pena di cercarlo… 
Un finale, quello dell’Incontro, che lascia l’amaro in bocca.

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