L'italiano che fondò i Templari
L'Ordine dei Poveri Commilitoni di Cristo e del Tempio di Salomone, universalmente noto come Ordine dei Templari, finora ha sempre riscosso grande interesse di pubblico soprattutto per i supposti misteri di cui i Templari sarebbero stati i custodi.
Di loro si è detto che i nove cavalieri che avrebbero fondato l'Ordine, avrebbero passato i primi nove anni della loro vita di Templari chiusi nel Tempio di Salomone a scavarne le fondamenta cercandovi il Sacro Graal, l'Arca dell'Alleanza, la Pietra Filosofale, i Vangeli gnostici e tanto altro ancora.
Indubbiamente, uno dei motivi per cui i Templari hanno acceso la fantasia di tanti è legato alle accuse mosse contro di loro e che li portò a una tragica e cruenta fine.
Essi, infatti, su ordine del re di Francia Filippo IV il Bello, vennero arrestati venerdì 13 ottobre 1307 e sottoposti a un lungo iter giudiziario che li vide vittime di atroci torture, nonché di condanne al rogo.
Anche l'ultimo Maestro dell'ordine, Jacques de Molay, fu arso vivo nel 1314, due anni dopo che papa Clemente V - su pressione di Filippo il Bello - aveva abolito l'ordine.
Ma di quali crimini erano stati accusati gli appartenenti all'Ordine del Tempio?
Tra l'altro, di cupidigia ed avarizia, di eresia, magia e stregoneria, adorazione di un idolo e sodomia tra confratelli.
Se l'accusa più grave era quella di eresia e se quella molto probabilmente più infondata era quella di adorare un idolo, l'accusa di cupidigia ed avarizia derivava sicuramente dal fatto che i Templari possono essere considerati i creatori del moderno sistema creditizio; mentre quella di stregoneria e magia li ha proiettati nel mondo dell'occulto, mettendoli - come già detto - al centro di molti misteri ancora oggi all'attenzione degli appassionati di tutto il mondo.
La storia dei Templari, spezzata agli inizi del 1300, era cominciata tre secoli prima ad opera di un gruppo di cavalieri che si era prefisso di proteggere i pellegrini che si recavano a Gerusalemme, città conquistata nel 1099 in seguito alla Prima Crociata contro i musulmani.
Ad essere eletto difensore del Santo Sepolcro fu uno dei capi della spedizione: Goffredo di Buglione.
I Templari, in base alla storiografia ufficiale, sarebbero, quindi, stati fondati in un anno tra il 1117 e il 1119 dal francese Hugues de Payns e da altri 8 cavalieri che avrebbero deciso di dedicarsi alla protezione dei pellegrini, conducendo una vita di povertà e castità, pur rimanendo dei cavalieri laici.
Solo in seguito al Concilio di Troyes del 1128, nel quale fu approvata la Regola dei Templari, l'Ordine diventò di tipo monastico, anche grazie allintervento di Bernardo di Chiaravalle.
Oggi, però, le origini dei Templari così come sono state or ora descritte sono state messe in discussione da Mario Moiraghi nel suo saggio L'italiano che fondò i Templari, edito da Ancora.
Moiraghi, infatti, afferma, argomentandola in modo convincente, la tesi secondo la quale il fondatore dei Templari in realtà si chiamava Hugo de Paganis ed era italiano, di Nocera (nel salernitano) in particolare.
Moiraghi, infatti, fa notare come i primi documenti, redatti in latino, che parlano della nascita dei Templari indichino in Hugo de Paganis il fondatore e primo Maestro.
A fare per la prima volta il nome per intero di Hugo de Paganis è lo storico Guglielmo di Tiro, la cui opera, tradotta in francese, fu rimaneggiata ad arte, tanto che Hugo de Paganis poté diventare Hues de Paiens presso Troyes.
Un rimaneggiamento forse attuato al fine di accreditare la nascita in area francese di un Ordine che divenne ben presto famoso, ricco e potente.
Per appoggiare e convalidare la tesi di un Hugo de Paganis italiano, oltre che ai libri di araldica redatti tra il 1600 e il 1800, Moiraghi fa ricorso anche a una lettera appartenente alla nobile famiglia Amarelli di Rossano Calabro, nella quale Hugo informa suo zio dell'avvenuta morte di Alessandro, secondogenito dello zio e, insieme a Hugo, uno dei dieci cavalieri dediti alla protezione dei pellegrini in Terrasanta.
La lettera, di cui Moiraghi dimostra l'autenticità, è datata 18 ottobre 1103.
Ecco, allora, che, con un solo documento, ben tre radicate convinzioni vengono meno: il fondatore dei Templari era italiano (Hugo de Paganis, appunto), i primi cavalieri erano dieci e non nove e l'Ordine prese vita immediatamente dopo la conquista di Gerusalemme, presumibilmente tra la fine del 1101 e l'inizio del 1102 (e non, quindi, tra il 1117 e il 1119).
Moiraghi specifica, inoltre, che i cavalieri dell'Ordine erano il vertice di una piramide complessa composta da un numero assai elevato di persone e, quindi, indicare in nove o in dieci il numero dei primi cavalieri non deve indurre a credere che dell'Ordine facessero parte solo nove o dieci persone.
Dunque, la credenza secondo la quale nove cavalieri rimasero nove anni a scavare sotto il Tempio di Salomone deve essere etichettata come irreale, anche perché non solo non erano solo nove persone, ma, prima di balzare agli onori delle cronache coeve, i cavalieri fecero il loro onesto e oscuro lavoro di protettori dei pellegrini per quasi una trentina danni.
Un saggio, quello di Moiraghi, scritto bene, chiaro e ben argomentato che pare proprio aver aperto un nuovo filone di indagine sulla nascita dei Templari.
Salve,
RispondiEliminaci tengo a precisare che Hugues de Payns (Hugo de Paganis) non era affatto di Nocera, come detto nel tuo saggio, ma era di Pagani (come è facile intuirlo anche dal nome stesso).
Il disguido sarà nato dal fatto che il nome del territorio su cui ora sorgono le città, distinte, di pagani, nocera inferiore e nocera superiore era nell'antichità, Nuceria De Pagani. un'unica Città.
Quindi, forse, sarebbe il caso di precisarlo anche nel testo correggendolo.
Ci tengo a precisare che la mia non è una polemica ma un richiamo alla precisione dovuta quando si tratta, almeno, di storia e quindi di cose che sono già accadute.
Ciao Gerardo,
RispondiEliminagrazie per il tuo commento.
Voglio solo ricordarti che io ho recensito il testo di Moiraghi e non ne sono l'autore. Nel testo viene più volte scritto che Hugo era di Nocera e, quindi, io così ho riportato.
Ciao
Danilo