Moravia da piccolo

Può capitare, leggendo un libro di uno scrittore famoso, di chiedersi come fosse l’autore da giovane. Spesso, infatti, i lettori sono a conoscenza di tanti particolari riguardanti la biografia da adulto di un romanziere, ma pochi o quasi nessuno sulla vita dell’autore da bambino. Se, poi, lo scrittore di cui si vorrebbero notizie ha pubblicato anche romanzi nei quali protagonisti ne erano adolescenti o ragazzini, allora la curiosità di saperne di più sulla vita stessa dell’autore potrebbe farsi più intensa. 
Tra i romanzieri che si sono sempre dimostrati restii a parlare della propria infanzia figura Alberto Moravia, autore di grandi capolavori della letteratura come Gli indifferenti, Agostino, La ciociara, Il conformista e tanti altri titoli che, come quelli che sono appena stati elencati, oltre ad aver appassionato i lettori, hanno anche emozionato gli spettatori, essendo diventati dei film di successo e, a volte, dei veri e propri capolavori del cinema. Moravia, dunque, per gran parte della sua vita si rifiutò sempre di rispondere a domande riguardanti il proprio passato, ma di fronte alle insistenze di Dacia Maraini, sua compagna di vita per tanti anni, dovette cedere e raccontarsi. Ne nacque un libro-intervista dal titolo Il bambino Alberto, ancora disponibile nel catalogo BUR. 
Il libro si legge con molta facilità e – oltre a descrivere l’infanzia di Moravia – riporta alla luce le abitudini di vita di una normale famiglia della medio borghesia romana agli inizi del Novecento, quando, come dice Moravia, Roma era ancora una città di campagna. 
«Non avevo una grande partecipazione alla vita di famiglia» racconta Moravia alla Maraini «Le ristrettezze dell’ambiente borghese mi mettevano a disagio e mi umiliavano. Al tempo stesso non ne soffrivo molto. Ero chiuso nei miei sogni letterari. […] Soffrivo di solitudine». Solitudine che si acuì in seguito alla malattia che colpì il bambino Alberto e che lo costrinse a lunghi periodi di immobilità nel lettino della sua camera e, anche, a periodi di degenza in sanatorio, durante i quali Alberto leggeva molto: Dostoevskij, Dichens, Balzac.
«Ero abbonato» sono sempre parole di Moravia «alla Biblioteca Viessieux di Firenze che mi mandava i libri che mano mano ordinavo. Leggevo in francese per lo più. Romanzi soprattutto. […] Le giornate erano lunghe, non finivano mai. Passavo il tempo da solo, sempre da solo, a leggere». Si capisce un po’ di più, allora, la ritrosia dimostrata da Moravia quando gli si chiedeva di parlare della sua adolescenza: «il passato non mi interessa, mi rattrista e basta» affermava e, aggiungeva: «Non vedo il nesso fra il me di allora e il me di ora». Una presa di distanza dal proprio vissuto che va a braccetto con la più volte dichiara non autobiograficità dei propri romanzi, nonostante la Maraini, durante l’intervista, insistesse a trovare dei paralleli tra la vita di Moravia e gli avvenimenti descritti in alcuni suoi libri come Agostino o Gli indifferenti
Completano il volume due interviste che la Maraini ha fatto alle sorelle di Moravia, chiedendo loro di descrivere il bambino Alberto come se lo ricordavano.
Un libro, dunque, Il Bambino Alberto, che restituisce al pubblico dei lettori l’infanzia di Moravia, grande vecchio della letteratura italiana.

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