Il Sior Todero Brontolon di Pagni e Monti

Il Sior Todero brontolon di Carlo Goldoni per la regia di Andrèe Ruth Shammah è uno spettacolo complessivamente ben realizzato, in grado di coinvolgere il pubblico, nonostante la presenza di qualche stonatura da imputare a una regia che non brilla per originalità, ma si affida, sostanzialmente, alla bravura degli attori e alla solidità del testo goldoniano. 
Non aiutano le scene di Alessandro Camera e i costumi di Chiara Boni che paiono troppo “neutri” e “muti”. 
Venendo, invece, ai punti di forza non si potrà fare a meno di elogiare la compagnia di attori che è compatta, affiatata e padrona dei tempi comici.

Eros Pagni disegna, in modo eccezionale, la figura del vecchio brontolone, puntando a una dizione strascicata e all’uso di un tormentone comico («Son paron mi») che, non solo fotografa il personaggio nella sua avarizia, superbia e rusticità, ma coinvolge in un gioco scenico anche il pubblico che non tralascia di pronunciare il «mi» finale del tormentone in sincrono con l’attore.

Ivana Monti è una bravissima Marcolina, e mantiene sempre toni sobri. 
Del resto della compagnia vanno, almeno, nominati Paolo Casiraghi (un Meneghetto davvero “compito”), Marta Comerio (una servetta di spirito) e Tommaso Banfi (un Nicoletto “ingenuo” al punto giusto). 

Altro punto di forza è il testo di Goldoni che, pur non essendo un capolavoro, racconta con stile e una forte vena di malinconia le vicissitudini di una famiglia costretta a subire le angherie di un vecchio avaro brontolone che, nel caso specifico dell’episodio al centro della pièce, ha deciso di destinare la propria nipote a Nicoletto, figlio un po’ tonto del proprio fattore, per risparmiare sui soldi della dote che verrebbero, in tal modo, dati solo nominalmente allo sposo, restando, in realtà, in mano sua.
A contrastare i piani del vecchio interviene la nuora che, saputo che la propria figlia è innamorata, ricambiata, di Meneghetto, riesce a condurre l’azione verso il prevedibile lieto fine grazie a una serie di stratagemmi.

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