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Giovani in crisi in cerca di identità

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Scritti tra il 1919 e il 1932, i Racconti giovanili di Klaus Mann (editi in Italia da Castelvecchi a cura di Massimo Ferraris) descrivono una società inizio secolo nella quale i giovani sono in crisi e cercano il loro posto nel mondo. Sono racconti (specie i più brevi) non tutti perfettamente riusciti o che al lettore odierno non paiono tali, in quanto, assai probabilmente, la loro carica allegorica si è persa con il passare dei decenni. Quelli più lunghi, invece, mantengono intatto il loro valore, forti del fatto che riescono assai bene sia a descrivere l’alta società dell’epoca, sia i giovani in crisi che la popolano. Piuttosto che soffermarsi su ogni singolo racconto che compone la silloge, vale la pena sottolineare quei punti che mettono in rilievo la crisi esistenziale che attanaglia i ragazzi descritti dal giovane Mann. Essi si auto-definiscono «figure tragiche, al punto di svolta di un’epoca» ( I giovani ); «europei degenerati» ( L’avventura della coppia di fidanzati ) che hann...

Le Scritture dissacrate

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Uno dei significati di Dissacrare , secondo il Vocabolario Treccani , è «riportare alla realtà e verità storica ciò che ha assunto valore religioso, o che comunque si riteneva non potesse essere messo in discussione».  Ecco, Max Angioni con Mistero brutto. Il Vangelo secondo me , edito da Mondadori, dissacra in quanto (ri)mette in discussione alcuni fatti sui quali troppo spesso non ci si interroga più. E lo fa in modo assai piacevole, con l’ironia e il sarcasmo che i suoi follower sui social e il pubblico televisivo gli riconoscono. Va detto che alcuni capitoli del libro sono già noti al suo pubblico, in quanto Angioni li ha proposti come sketch in Tv o nei suoi canali social. Nulla di male: anche alla lettura essi non perdono il loro smalto. Questo in quanto i testi di Angioni fanno riflettere, oltre a far divertire. Infatti, subito dopo lo scoppio di riso, il lettore non può non dirsi che certe cose rilevate da Angioni le aveva pensate anche lui o - nel caso non vi avesse mai r...

Il potere dell'immaginazione collettiva

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ph. Stefano Vaja Noi siamo un minestrone (Imagine) di e con Paola Berselli e Stefano Pasquini del Teatro delle Ariette è la “dimostrazione” del fatto che l’immaginazione collettiva è potente , almeno a teatro. Il testo dello spettacolo racconta una storia, ma, per l’obiettivo che si vuole raggiungere, potrebbe benissimo raccontarne anche un’altra del tutto differente: ciò che conta, infatti, è l’unione, la collaborazione, che si crea tra attori e spettatori nel corso della rappresentazione . Una collaborazione che è rito . Rito religioso e arcaico, come doveva essere alle origini il fare Teatro . I due attori, quindi, sono due officianti e gli spettatori, che, letteralmente, “fanno quadrato” attorno ad essi, sono al contempo destinatari del rito e di esso co-officianti: infatti, affinché il miracolo si manifesti, è necessaria la loro immaginazione. E i co-officianti lo sanno. Inconsciamente, ma lo sanno: da subito mettono a disposizione dei due sacerdoti il potere della loro imm...

Il processo creativo in azione

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Contronatura di Emanuele Giorgetti, Ivo Randaccio, Edoardo Rivoira, Sara Setti (riuniti nel Collettivo SE²I - dalle iniziali dei loro nomi di battesimo) , con Ivo Randaccio, Edoardo Rivoira, Sara Setti , per la regia di Emanuele Giorgetti, è uno spettacolo denso figlio di un testo altrettanto denso. Denso in quanto il testo è infarcito di molti temi di interesse contemporaneo, ma, anche, “eterni”; denso in quanto lo spettacolo è realizzato con ritmi veloci e serrati più vicini al linguaggio televisivo che a quello teatrale. Un bello spettacolo - lo si dice subito - da vedere con attenzione e che non lascia indifferente lo spettatore. Il tema principale su cui i protagonisti sono chiamati a “investigare” è quello (“eterno”) del rapporto tra padri e figli. Padri e non genericamente genitori. Figli, soprattutto maschi. Lo spunto per iniziare “l’investigazione” è l’ideazione di una serie TV in dieci episodi che mette in scena una rivolta generazionale cruenta dei figli/e contro i padri....

La vita in bilico dell'esule di ieri e di oggi

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Composti tra il 1933 e il 1943 gli scritti brevi di Klaus Mann (1906 - 1949) raccolti nel volume Speed. I racconti dell’esilio furono pubblicati con tale titolo in Germania per la prima volta nel 1990.  Ora Castelvecchi li ripropone in Italia nella versione di Massimo Ferraris. Si tratta di racconti che Mann scrisse durante il periodo di esilio volontario, quando, per sottrarsi alla furia hitleriana, iniziò a spostarsi da uno stato all’altro d’Europa e, poi, finì con il rifugiarsi negli Stati Uniti. Non tutti i racconti della raccolta furono originariamente scritti in tedesco, né tutti furono pubblicati mentre era vivo l’autore.  Complessivamente - anche se non pensati per una raccolta unitaria - i racconti mantengono un certo clima comune: quello che, leggendoli, si percepisce, infatti, è un forte senso di precarietà; di smarrimento. Stati d’animo non solo dell’Autore, ma degli stessi personaggi protagonisti delle storie. Precarietà e smarrimento palpabili anche quando non ...

Non-recensione ad Angelo della morte di Jan Fabre

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Nel pomeriggio è andato in scena al Teatro Out Off di Milano  il nuovo spettacolo di Jan Fabre : Angel of death (Angelo della morte) ; per la regia di Lorenzo Loris e l’interpretazione di Elena Callegari e Mario Sala . Un critico di quelli scafati, per non ammettere di non aver capito nulla di ciò che ha visto, ora scriverebbe una recensione talmente arzigogolata da risultare incomprensibile. Chi scrive, invece, non essendo minimamente furbo, preferisce ammettere i propri limiti e confessare candidamente di non aver capito niente del testo di Fabre. A chi scrive, infatti, è sembrato tutto senza senso: un testo composto da una serie di frasi slegate l’una dall’altra che non arrivano a dare allo spettacolo un significato unitario vagamente comprensibile. Parole in libertà , verrebbe da scrivere, se non fosse che il riferimento colto al Futurismo potrebbe far credere a un’operazione di neo-avanguardia letteraria, tesa, magari, alla provocazione del pubblico in sala. Se, però, questa...

IA come Intelligenza Antagonista

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Macchine IA e robot è un’antologia di racconti che Franco Forte ha curato per il numero estivo della collana “Urania” edita da Mondadori. Undici testi creativi che guardano allo sviluppo tecnologico odierno, immaginando scenari possibili in un futuro non molto lontano dall’oggi. Undici racconti che, pur nelle differenze narrative e stilistiche, hanno un denominatore comune: una manifesta inquietudine nei confronti dell’IA e dell’uso e abuso che se ne potrà fare. Gli Autori di questa antologia, infatti, non paiono essere tra coloro che si entusiasmano per i progressi fatti in questi ultimissimi anni dalle Intelligenze Artificiali e simili. Anzi, nei loro scritti, i Narratori selezionati da Forte sembra vogliano mettere in guardia i lettori proprio dai facili entusiasmi e dalle decisioni prese a cuor leggero. A tal fine, essi raccontano futuri nei quali l’umanità è costretta - a causa di scelte sbagliate compiute in passato - a confrontarsi con IA per nulla amichevoli: IA antagoniste d...