Contro natura a chi?

Contro natura. Una lettera al papa di Francesco Remotti edito da Laterza è un libro che non si esita a definire fondamentale. In esso Remotti affronta varie tematiche, spinto dall'esigenza di ricordare a papa Benedetto XVI come la di lui lotta contro il relativismo e i quotidiani attacchi alla diversità (si usa il termine in modo estensivo) siano atteggiamenti pericolosi, oltre che miopi e dettati da considerevole ignoranza. 
Remotti, infatti, nel corso della trattazione, da esimio antropologo quale è, mette in luce come la diversità sia la caratteristica prima del mondo naturale e come non esista una universale legge di natura (e, di conseguenza, come non possa esistere qualcosa che possa essere definito “contro natura”).
La Natura e la Cultura sono troppo inscindibilmente legati e intrecciati tra loro perché si possa definire con certezza quanto “in essenza” attiene all'una e quanto all'altra: citando Clifford Geertz, Remotti ricorda che «non esiste una cosa come una natura umana indipendente dalla cultura».
Nel saggio, Remotti si sofferma ad analizzare la diversità delle soluzioni adottate dall'uomo relativamente proprio a ciò che Benedetto XVI vorrebbe unico e immutabile: la famiglia e la divisione per generi.
Per quanto attiene alla famiglia, Remotti porta una varietà di esempi che mettono in luce come la soluzione adottata dal mondo occidentale di matrice cristiana (la cosiddetta famiglia mononucleare), sia, appunto, solo una delle possibili soluzioni; sottolineando, tra l'altro, come la scelta monogamica sia stata fatta da un gruppo minore di società, rispetto a quelle che, invece, hanno deciso di optare per la poligamia. Remotti, a conclusione della sua disamina relativa alle forme di convivenza familiare, data la grande varietà di soluzioni che possono essere adottate, suggerisce di non limitarsi a parlare di “famiglia”, ma più propriamente di “gruppo domestico”: 
Dire “gruppo domestico” significa infatti introdurre due questioni, che sono entrambe presenti nelle componenti semantiche dell'espressione prescelta: una questione “residenziale” (suggerita dall'attributo “domestico”) e una questione “comunitaria” o “sociale” (evocata dal termine “gruppo”). “Gruppo domestico” apre dunque la problematica di come le diverse società immaginano, inventano o costruiscono le soluzioni dello “stare insieme”, ovvero i modelli di convivenza domestica [...].
Per quanto, invece, attiene alla divisione per genere, Remotti porta una serie di esempi atti a mettere in luce come la divisione tra maschile (M) e femminile (F) sia limitativa e come, invece, vi siano almeno altri due generi sessuali: il maschile/femminile (MF) e il femminile/maschile (FM) e come vi siano culture che mettono in rilievo (esaltandola) la capacità di alcuni individui di “fluttuare” da un genere all'altro. Ciò, sottolinea l'autore,
svela – per così dire – l'illusione della rigidità dei generi: fa capire quanto essi siano costruiti, culturalmente “finti”; fa aprire gli occhi sul carattere sempre un po' arbitrario e convenzionale dei criteri mediante cui stabiliamo che questo è maschile e quest'altro femminile [...].
Va da sé che, se esistono almeno 4 generi diversi (M; F; MF e FM), l'unione sessuale e amorosa tra gli individui può declinarsi in molti modi. Lungi dall'essere “contro natura”, anche le unioni omosessuali sono, invece, assai naturali... (e Remotti, tra l'altro, ricorda come in almeno 450 specie animali siano stati attestati comportamenti omosessuali «in una molteplicità impressionante di forme»).
Infine Remotti indica al lettore quelle scelte culturali (che qualcuno potrebbe definire come “contro natura”) che la Chiesa cattolica ha adottato per distanziarsi dall'ebraismo e identificarsi come “vera” religione in contatto con Dio: si va dalla innaturalità della verginità di Maria (pre e post parto), alla castità del clero; dalla mortificazione dei corpi, alla teofagia e antropofagia messa in atto durante l'Eucarestia («l'incorporare la sostanza divina è un gesto che non si limita a evocare, non sposta nell'immaginazione, ma realizza nell'immediato e nel corpo fisico del credente l'intima unione con la propria divinità»). 
Un saggio, quello di Remotti, da leggere con attenzione e senza pregiudizi.
 

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